Il mercato delle stufe e caldaie a pellet negli ultimi anni è cresciuto molto, rendendo questo innovativo sistema di riscaldamneto particolarmente diffuso sia nelle case più moderne sia in quelle più tradizionali.
Il pellet, infatti, risulta essere più pulito e semplice da utilizzare rispetto alla legna o a un camino e, inoltre, è decisamente più efficiente se rapportato ad un tradizionale sistema di riscaldamento.
Pellet, risparmio e sostenibilità ambientale
Il vero punto di forza del pellet è che risulta essere un investimento redditizio in quanto:
- molto più economico di altre soluzioni, poiché perfettamente in grado di assicurare ottime prestazioni in autonomia;
- ecologico, in quanto il pellet è una scelta a favore della sostenibilità ambientale.
Quanti soldi si risparmiano con il pellet e in che modo si aiuta l’ambiente? Utilizzando pellet con certificazione di qualità si diminuisce sensibilmente l’emissione di polvere sottili. La quantità di CO2 che una stufa a pellet emette durante la combustione è almeno 10 volte inferiore a quella di altre tipologie di riscaldamento.
Ipotizzando di dover riscaldare un abitato di 100 metri quadri con una caldaia a pellet dobbiamo mettere in preventivo una somma dei costi pari a 800 euro. A parità di dimensioni, ricorrendo ad una caldaia a gasolio, la spesa per il riscaldamento salirebbe a quasi 1.600 euro. Una caldaia a metano, invece, comporterebbe un costo presunto di 900 euro annui. Il pellet quindi in queste condizioni risulta essere decisamente più conveniente.
Come regolare la fiamma della stufa a pellet in maniera ottimale?
Esistono una serie di fattori da considerare per far rendere la tua stufa a pellet sempre al massimo delle sue possibilità: sono necessari, infatti, alcuni interventi di manutenzione ed accorgimenti da effettuare periodicamente, che si riflettono in maniera decisiva sulla regolazione della fiamma, permettendo alla stessa di risultare sempre viva e ben alimentata dal combustibile. Ecco quali:
- La scelta del combustibile, che deve essere necessariamente di buona qualità e costituito da un basso livello di umidità al suo interno. Eventuali problemi di funzionamento, come per esempio debolezza ed irregolarità della fiamma, potrebbero dipendere proprio dall’inadeguatezza del combustibile.
- Verificare che il sistema di aspirazione risulti sempre pulito e controllato in maniera adeguata, per bruciare correttamente il pellet, la stufa ha bisogno di incamerare una quantità d’aria ottimale, la stessa che permette alla fiamma di non spegnersi e di potersi mantenere sempre alta ed efficiente.
- Regolare l’erogazione di aria in funzione del tipo e della qualità del pellet utilizzato e richiedere al dispositivo la giusta quantità di calore, per questo è necessario andare a intervenire sulla regolazione della fiamma, con la possibilità di fruire di differenti opzioni in funzione della temperatura desiderata. (livelli impostazioni da 1 a 5 o da 1 e 10)
In caso di problemi, comunque, è necessario rivolgersi ad un tecnico specializzato in grado di risolvere rapidamente il problema, senza mettere in pericolo l’integrità e l’efficienza del dispositivo non affidandosi a professionisti.
Come riconoscere il pellet di qualità
Sono state stabilite in definitiva tre classi di qualità in base alle caratteristiche fisiche e chimiche del pellet, basandosi su specifici fattori presi in esame, tra cui: il contenuto di ceneri, che se troppo alto aumenta il numero di polveri prodotte nella combustione e implica maggior frequenza nella pulizia della stufa; la quantità di segatura nel sacchetto, sintomo di friabilità eccessiva del prodotto, problema che inevitabilmente influirebbe sulla combustione.
La norma stabilisce i principali criteri di valutazione da prendere in considerazione per definire la qualità del pellet di legna e determina tre classi di qualità: A1, A2 e B. La classe A1 e la classe A2 identificano il pellet derivante da legna vegine o da residui legnosi non soggetti a trattamento chimico di nessun tipo. A1 e A2 differiscono principalmente per il contenuto di cenere al loro interno. La classe B, invece, permette l’utilizzo anche di residui legnosi trattati chimicamente risultando quindi essere la meno pregiata delle tre tipologie.
Si deduce, quindi, che il pellet di qualità maggiore, eccellente è di classe A1, il pellet di media qualità è di classe A2 e il meno consigliato ad uso privato è di classe B. Generalmente i pellet di classe A2 e B sono quelli più utilizzati per uso commerciale o industriale, in quanto maggiormente convenienti.
Truffe del pellet, ecco come evitarle
- Non fidarsi di prezzi eccessivamente convenienti. Trovare prezzi extra convenienti potrebbe nascondere un prodotto scadente o una truffa, in quanto il guadagno sul pellet è molto basso e un esborso minore potrebbe significare una mancanza di qualità.
- Acquistare esclusivamente da negozi e siti specializzati, con attenzione alla denominazione dei fornitori. Un altro consiglio è acquistare pellet in offerta solo su siti o negozi specializzati. Un sito/negozio specializzato ha tutto l’interesse di offrire una buona scelta di marchi e maggiori informazioni sulla certificazione del prodotto.8
- Richiedere sempre una partita Iva valida e nominativi dei fornitori e se possibile richiedere anche delle foto del prodotto prima che venga spedito.
- Privilegiare gli acquisti nazionali, in quanto per qualità e pagamenti, affidandosi a siti/negozi specializzati, la garanzia di fare affari soddisfacenti è maggiore.
- Prestare molta attenzione ai prodotti provenienti da paesi esteri: il settore dei pellet, come tutte le attività economiche in espansione, fa gola anche alla criminalità: dalle ecomafie organizzate su scala globale ai semplici truffatori. Scegliere i pellet di qualità maggiore vuol dire valutare non solo l’esigenza esplicita di un’ottima combustione, ma anche gli aspetti legati alla tutela ambientale e al rispetto sociale.